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La virtù sta nel mezzo... Se un po' di verità è rintracciabile in questa affermazione ormai entrata nel linguaggio comune, sicuramente possiamo affermare che la misura del collocamento in comunità educativa, in area penale, nella diversità dei dispositivi giuridici che la prevedono, rappresenta una opportunità virtuosa, prevista dal legislatore minorile, collocandosi in una posizione mediana tra una risposta di tipo limitativo della libertà personale da una parte e l'intervento socio educativo in area penale esterna. La "Comunità" rappresenta per sua natura un luogo di mezzo, un luogo di relazioni educative che riproduce una dimensione il più possibile vicina a quella familiare, che ha un senso non come alternativa alla famiglia ma come passaggio spesso imprescindibile in vista di un rientro del minore, se possibile, nella propria famiglia e nel proprio ambito territoriale. Un luogo che possiede valenze trasformative se riesce a... fare comunità; se riesce, cioè a costruire un ambiente di vita in cui la quotidianità, con funzione strutturante, pone il minore in situazioni di accoglienza, ascolto, contenimento, restituzione dei processi emotivo/affettivi.